Una primavera di grandi mostre con 24 ORE Cultura e Mudec

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Il 2022 si apre all’insegna di tre grandi mostre organizzate da 24 ORE Cultura presso il Mudec di Milano: la prima ad aprire, il 18 febbraio, sarà dedicata ad Henri Cartier-Bresson. Intitolata «China 1948-49/1958», vedrà esposte 114 stampe originali del 1948-1949 e del 1958, documenti e pubblicazioni appartenenti alla collezione della Fondation HCB. Un excursus senza precedenti di due momenti chiave nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang, l'istituzione del regime comunista (1948-1949) e il «Grande salto in avanti» di Mao Zedong (1958). Definito «Occhio del secolo», considerato il pioniere del fotogiornalismo. Cartier-Bresson è uno dei più importanti protagonisti culturali del ‘900 che con i suoi lavori evidenzia temi importanti del cambiamento come lo sfruttamento delle risorse umane, del lavoro e la gestione a delle milizie.

Attraverso i suoi scatti l’artista è riuscito a raccontare, per decenni, con incredibile eleganza e puntualità, la storia del mondo dalla Francia alla Cina, dall’India agli Stati Uniti.

Uno stile unico in grado di cogliere l’immediatezza e la veridicità del momento da lui definito come «Istante decisivo». In questa prospettiva l’uso del bianco e nero nelle sue fotografie gli permette di evidenziare la forma e la sostanza della realtà. Ogni suo scatto è così in grado di cogliere la contemporaneità delle cose e della vita. La mostra chiuderà il 3 luglio 2022.

Dal 16 marzo, sino al 31 luglio, sarà la volta di Marc Chagall: dalla collezione dell'Israel Museum di Gerusalemme arriveranno a Milano oltre cento opere con una particolare attenzione ai lavori grafici, a ripercorrere i temi fondamentali della vita e della produzione dell'artista. La mostra, curata dall’Israel Museum di Gerusalemme, affronta l’opera di Marc Chagall da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale come si rileva dalla straordinaria collezione di dipinti, disegni e stampe dell’artista conservata nel museo

Questi lavori, donati per la maggior parte dalla famiglia e dagli amici di Chagall, comprendono pezzi che rimandano alla sua prima giovinezza in una città ebraica dell’Europa orientale, fondamentali per la successiva evoluzione dell’artista. La mostra mette in relazione queste opere col mondo culturale da cui nacquero: la lingua, gli usi religiosi e le convenzioni sociali della comunità ebraica, così come i colori e le forme che Chagall assimilò da bambino. Saranno presenti inoltre una selezione di oggetti rituali ebraici, usati nelle cerimonie religiose delle comunità e che sono spesso raffigurati nelle opere di Chagall.

Per gli appassionati di fotografia contemporanea, dal 22 aprile sino all’11 settembre sarà possibile visitare al Mudec la mostra «I believe in miracles» di David LaChapelle: con oltre 50 opere - di medio e grande formato, tra nuove produzioni, installazioni site-specific e un'importante selezione tra le fotografie più iconiche dell'artista, dagli anni Ottanta a oggi – che guidano il visitatore attraverso immagini che indicano un possibile cammino verso un mondo nuovo, la mostra propone uno sguardo rinnovato sulla pratica fotografica di uno dei più influenti autori della contemporaneità. Il concept curatoriale nasce dall’idea che un mondo migliore, caratterizzato da una natura intatta, da un senso rinnovato di spiritualità, dall’amore e dalla bellezza per l’esistente non è un miracolo. Il pianeta sta soffrendo e l’unica possibilità che ci rimane è farsi promotori di un cambiamento; credere in un miracolo non significa dunque delegare a qualcun altro scelte che spettano a tutti noi.

CREDITI IMMAGINE:

Henri Cartier-Bresson

Sfilata di studenti, con un ritratto di Mao Zedong e la stella rossa.

Shanghai, 12 giugno 1949